Alternative alla chemioterapia e alla radioterapia come trattamento adiuvante per il cancro del polmone
a Causa della chemioterapia adiuvante ha provocato solo modesto prolungamento della sopravvivenza per i pazienti con cancro del polmone, i ricercatori hanno trasformato per la valutazione di strategie alternative di trattamento per questa popolazione di pazienti. L’immunoterapia con Bacillus Calmette Guerin, Corynebacterium parvum e levamisolo è stata valutata in diversi studi prospettici randomizzati e nessuno studio ha mostrato una differenza statisticamente significativa nella sopravvivenza globale. L ‘ interferone è stato valutato in tre studi di terapia adiuvante dopo risposta alla chemioterapia per il carcinoma polmonare a piccole cellule. Sono stati utilizzati diversi preparati di interferone, ma nessuno degli studi ha mostrato un significativo prolungamento della sopravvivenza. I retinoidi sono stati valutati come trattamento adiuvante dopo la resezione completa dello stadio IN-SCLC. Uno studio ha mostrato una riduzione dei secondi tumori primari e, in particolare, dei tumori al fumo di tabacco in pazienti trattati con retinil palmitato. Un secondo studio con acido retinoico 13-cis è in corso in Nord America. Nell’ultimo decennio sono stati identificati diversi inibitori dell’angiogenesi e ora stanno iniziando a essere valutati in ambito clinico. Il National Cancer Institute of Canada Clinical Trials Group e l’Organizzazione europea per la ricerca e il trattamento del cancro hanno avviato uno studio sull’adiuvante marimastat, un inibitore della metalloproteinasi, per i pazienti che hanno risposto alla chemioterapia di induzione per il carcinoma polmonare a piccole cellule. Questo è il primo studio di fattore adiuvante antiangiogenesi da avviare per qualsiasi tipo di tumore. Altri agenti sperimentali attualmente in fase I e II comprendono anticorpi monoclonali che possono inibire la crescita delle cellule tumorali legandosi ai fattori di crescita o che possono essere coniugati a tossine o agenti chemioterapici che provocano la morte delle cellule tumorali. Nell’ultimo decennio, abbiamo assistito a un’esplosione nella nostra conoscenza e comprensione della regolazione della crescita cellulare normale e neoplastica a livello molecolare. Rimane solo speculativo in questo momento sul fatto che la manipolazione di geni anormali nelle cellule maligne sia clinicamente possibile e se un trattamento di questo tipo possa essere applicato in un ambiente adiuvante.
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