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Le tre Grazie della mitologia greca

Questa statua in marmo è basata su una scolpita da Antonio Canova per l’imperatrice Giuseppina tra il 1813 e il 1816. Chiamato Le Tre Grazie, raffigurava le Grazie, o Beneficenza, della mitologia greca antica.

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Le Grazie erano figlie di Zeus ed Era o Eurynome. La loro ragion d’essere era il piacere – erano le dee del gioco e della felicità e del relax e del fascino e della bellezza e della natura e della creatività e della fertilità: tutto ciò era buono. Sono stati associati con le Muse, ed erano assistenti di Afrodite. Vivevano sul Monte Olimpo, dove ospitavano incontri per intrattenere gli dei e le dee dell’Olimpo, cantando e ballando la lira di Apollo.

I nomi delle Grazie variano da fonte a fonte, così come le qualità che esse rappresentavano. Comunemente, sono conosciuti come Aglaea (Bellezza/Splendore/Luminosità/Eleganza), Euphrosyne (Allegria/Allegria/Gioia) e Thalia (Gioventù/Bellezza/Fioritura/Feste).

Qualunque fosse la loro particolare identità, le sorelle venivano sempre raffigurate insieme, e diventavano simboli iconici della gioia di vivere e della bellezza. Le Grazie si rivelarono particolarmente ispiratrici per gli artisti. Il viaggiatore Pausania (AD c. 110 – c. 180) ci dice che le sorelle sono stati originariamente raffigurati come vestiti, ma dal suo tempo di scrittura artisti tendevano a raffigurarli come nudi.

Durante il Rinascimento, Raffaello seguì questa tradizione nel suo dipinto Tre Grazie (c. 1503-1505):

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Botticelli, tuttavia, drappeggiato le Grazie nel suo lavoro di Primavera (la Primavera), risalente alla fine del 1470 o primi anni 1480:

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Questo dipinto, insieme con Botticelli La Nascita di Venere, è uno dei più famosi nel mondo. Dato che le Grazie erano strettamente legate alle Muse e si credeva che infondessero agli artisti e agli scrittori lo spirito creativo, possiamo supporre che Botticelli fu benedetto dalle tre sorelle quando mise il pennello sulla tela. Certamente, sembra essere stato pieno di ispirazione divina.

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