Romani 9 Bible Commentary
Complete Concise
Contenuto del capitolo
La preoccupazione dell’apostolo che i suoi connazionali erano estranei al Vangelo. (1-5) Le promesse sono fatte bene al seme spirituale di Abramo. (6-13) Risponde alle obiezioni contro la condotta sovrana di Dio, nell’esercizio della misericordia e della giustizia. (14-24) Questa sovranità è nel modo in cui Dio tratta sia gli ebrei che i Gentili. (25-29) La mancanza degli ebrei è dovuta alla loro ricerca di giustificazione, non per fede, ma per le opere della legge. (30-33)
Commento a Romani 9:1-5
(Leggi Romani 9:1-5)
In procinto di discutere del rifiuto degli Ebrei e della chiamata dei Gentili, e per mostrare che il tutto è d’accordo con il sovrano che elegge l’amore di Dio, l’apostolo esprime con forza il suo affetto per il suo popolo. Egli si appella solennemente a Cristo; e la sua coscienza, illuminata e diretta dallo Spirito Santo, ha testimoniato la sua sincerità. Si sottometteva per essere trattato come “maledetto”, per essere disonorato, crocifisso; e anche per un certo tempo essere nel più profondo orrore e angoscia; se potesse salvare la sua nazione dalla distruzione che sta per venire su di loro per la loro ostinata incredulità. Essere insensibili alla condizione eterna dei nostri simili, è contrario sia all’amore richiesto dalla legge, sia alla misericordia del Vangelo. Erano stati a lungo professanti adoratori di Geova. La legge, e il patto nazionale che era a terra su di esso, apparteneva a loro. Il culto del tempio era tipico della salvezza da parte del Messia e dei mezzi di comunione con Dio. Tutte le promesse riguardanti Cristo e la sua salvezza furono date loro. Egli non è solo su tutto, come Mediatore, ma è Dio benedetto per sempre.
Commento su Romani 9: 6-13
(Leggi Romani 9:6-13)
Il rifiuto degli ebrei dalla dispensazione del Vangelo, non ha infranto la promessa di Dio ai patriarchi. Le promesse e le minacce devono essere adempiute. La grazia non scorre nel sangue; né i benefici salvifici si trovano sempre con i privilegi esteriori della chiesa. Non solo alcuni della progenie di Abraamo furono scelti, e altri no, ma Dio vi operò secondo il consiglio della sua propria volontà. Dio previde sia Esaù che Giacobbe come nati nel peccato, per natura figli dell’ira come altri. Se lasciati a se stessi, avrebbero continuato nel peccato per tutta la vita; ma per ragioni sagge e sante, non rese note a noi, egli si propose di cambiare il cuore di Giacobbe e di lasciare Esaù alla sua perversità. Questo esempio di Esaù e Giacobbe fa luce sulla condotta divina della razza umana decaduta. L’intera Scrittura mostra la differenza tra il cristiano professato e il vero credente. I privilegi esteriori sono concessi a molti che non sono figli di Dio. Vi è, tuttavia, pieno incoraggiamento a diligente uso dei mezzi di grazia che Dio ha nominato.
Commento su Romani 9: 14-24
(Leggi Romani 9:14-24)
Qualunque cosa Dio faccia, deve essere giusto. Dove il santo, felice popolo di Dio differisce dagli altri, solo la grazia di Dio li rende diversi. In questo prevenire, efficace, distinguere la grazia, egli agisce come un benefattore,la cui grazia è la sua. Nessuno se lo è meritato; così che quelli che sono salvati, devono ringraziare Dio solo; e quelli che periscono, devono incolpare se stessi solo, Osea 13:9. Dio non è legato più di quanto si sia compiaciuto di legare se stesso con la sua alleanza e promessa, che è la sua volontà rivelata. E questo è, che egli riceverà, e non scacciare, quelli che vengono a Cristo, ma il disegno di anime per quella venuta, è un anticipo, distinguendo favore a chi vuole. Perché ha ancora trovato da ridire? Questa non è un’obiezione che la creatura deve fare contro il suo Creatore, l’uomo contro Dio. La verità, com’è in Gesù, umilia l’uomo come niente, come meno di niente, e avanza Dio come sovrano Signore di tutti. Chi sei tu che sei così stolto, così debole, così incapace di giudicare i consigli divini? Ci sottomettiamo a lui, non rispondiamo contro di lui. Gli uomini non permetterebbero al Dio infinito lo stesso diritto sovrano di gestire gli affari della creazione, come il vasaio esercita nel disporre della sua argilla, quando della stessa massa fa un vaso per un uso più onorevole e uno per un uso più cattivo? Dio non poteva fare alcun male, per quanto apparisse agli uomini. Dio farà sembrare che odia il peccato. Inoltre, ha formato vasi pieni di misericordia. La santificazione è la preparazione dell’anima alla gloria. Questa è opera di Dio. I peccatori si adattano all’inferno, ma è Dio che prepara i santi per il cielo; e tutti coloro che Dio progetta per il cielo d’ora in poi, egli si adatta al cielo ora. Sapremo chi sono questi vasi della misericordia? Quelli che Dio ha chiamati; e questi non solo dai Giudei, ma dai Gentili. Sicuramente non ci può essere ingiustizia in nessuna di queste dispensazioni divine. Né nell’esercitare longanimità, pazienza e tolleranza verso i peccatori sotto la crescente colpa di Dio, prima di portare la distruzione totale su di loro. La colpa è nel peccatore indurito stesso. In quanto a tutti coloro che amano e temono Dio, tuttavia tali verità appaiono al di là della loro ragione di capire, eppure dovrebbero tacere davanti a lui. È solo il Signore che ci ha fatto differire; dovremmo adorare la sua misericordia perdonatrice e la grazia nuova, e dare diligenza per rendere sicura la nostra chiamata e elezione.
Commentario su Romani 9:25-29
(Leggi Romani 9:25-29)
Il rigetto degli Ebrei e l’accoglienza dei Gentili furono predetti nell’Antico Testamento. Tende molto alla pulizia di una verità, ad osservare come la Scrittura si adempie in essa. È una meraviglia della potenza e della misericordia divina che ci siano dei salvati: perché anche quelli lasciati come seme, se Dio li avesse trattati secondo i loro peccati, erano periti con gli altri. Questa grande verità questa Scrittura ci insegna. Anche tra il vasto numero di cristiani che si professano si deve temere che solo un rimanente sarà salvato.
Commento su Romani 9:30-33
(Leggi Romani 9:30-33)
I Gentili non conoscevano la loro colpa e la loro miseria, quindi non stavano attenti a procurarsi un rimedio. Eppure raggiunsero la giustizia per fede. Non diventando proseliti della religione ebraica e sottomettendosi alla legge cerimoniale, ma abbracciando Cristo, credendo in lui e sottomettendosi al Vangelo. Gli ebrei parlavano molto di giustificazione e santità, e sembravano molto ambiziosi per essere i favoriti di Dio. Cercarono, ma non nel modo giusto, non nel modo umiliante, non nel modo stabilito. Non per fede, non abbracciando Cristo, dipendendo da Cristo e sottomettendosi al Vangelo. Si aspettavano la giustificazione osservando i precetti e le cerimonie della legge di Mosè. Gli Ebrei increduli avevano un’offerta equa di giustizia, vita e salvezza, fatta loro secondo i termini del Vangelo, che non gradivano e non accettavano. Abbiamo cercato di sapere come possiamo essere giustificati davanti a Dio, cercando quella benedizione nel modo qui indicato, mediante la fede in Cristo, come il Signore nostra Giustizia? Allora non ci vergogneremo in quel giorno terribile, quando tutti i rifugi di menzogne saranno spazzati via, e l’ira divina traboccherà ogni nascondiglio, ma ciò che Dio ha preparato nel suo proprio Figlio.
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