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“Crisi più spaventosa e pericolosa “

Ho scelto di leggere Tosh prima questa settimana (essendo più che un po ‘spaventato da alcuni dei titoli degli articoli, tra cui” the Great Cat Massacre”), e subito mi ha sorpreso. Gli approcci culturali e sociali alla storia non sono la stessa cosa. Che??

Non sono sicuro del perché, ma ho sempre pensato che la storia sociale fosse solo un altro modo di dire storia culturale e viceversa. Le spiegazioni di Tosh su come i metodi differiscono mi hanno davvero aiutato a iniziare a capire come differenziare.

Mi è piaciuto particolarmente l’esempio che Tosh dà dello studio della psichiatria e della malattia mentale. Osserva: “C’è tutta la differenza tra scrivere di quegli scontri mentali e descrivere le istituzioni a cui sono stati commessi i pazzi: il primo è un approccio culturale, il secondo è la storia sociale” (Tosh, 258)

Messo in questo modo, ho capito. La storia sociale (che può utilizzare teorie sociali come il marxismo) è lo studio dei sistemi e dei meccanismi che governano le relazioni e gli eventi umani, mentre la storia culturale è lo studio delle credenze, delle intese, delle motivazioni, ecc. La storia culturale è difficile da definire a causa della sua complessità: “La storia culturale è un campo vasto e coinvolgente, che abbraccia tutto, dalla credenza formale attraverso il rituale e il gioco alla logica non riconosciuta del gesto e dell’apparenza” (Tosh, 258).

Sentendomi ben equipaggiato con definizioni logiche per la storia culturale e sociale, mi sono rivolto alle altre letture questa settimana. Per essere onesti, ho avuto un momento davvero difficile con il contenuto di alcuni degli articoli di questa settimana. Come ho detto prima, è difficile persino superare il titolo di “The Great Cat Massacre”, solo per rendersi conto che (no, non è un intelligente gioco di parole) si tratta legittimamente di un massacro di gatti. Ci sono stati alcuni punti interessanti fatti circa il simbolismo essere indicativi di una concezione culturale più ampia, ma penso che tendo ad essere d’accordo con la critica di Roger Chartier che una storia non fa un fenomeno culturale.

Mentre finivo con gli articoli di Geertz, sentivo che la lezione da asporto per il giorno era della responsabilità dello storico di misurare e interpretare bene le prove. La storia culturale può essere un grande strumento, proprio come la storia sociale, ma se ci affidiamo troppo a una cosa, corriamo il rischio di imporre un punto di vista moderno su un tempo passato. La morale della storia: prestare molta attenzione alle vostre fonti e metterli in conversazione con altri documenti storici per fornire un quadro più completo del passato. È un processo delicato per essere sicuri, ma i risultati sono valsi la pena.