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Pleurodesi

Che cos’è la pleurodesi?

Normalmente, il polmone è coperto da un sottile film di tessuto, così come il rivestimento interno della gabbia toracica e della parete toracica, e questi due film sono bloccati insieme. Tuttavia, a volte l’aria, il fluido o entrambi si insinuano tra questi strati, separandoli e limitando la capacità del polmone di espandersi durante la respirazione. Quando il liquido in eccesso si sviluppa tra questi strati, questo è chiamato versamento pleurico. La pleurodesi è una tecnica per far aderire questi due strati.

Come funziona la procedura?

Il radiologo interventistico, utilizzando la guida dell’immagine, posizionerà in genere un piccolo tubo nello spazio tra gli strati. Il fluido o l’aria è quasi completamente drenato. Quindi una sostanza verrà posizionata tra gli strati per causare un’infiammazione sulle loro superfici. Le superfici appena infiammate quindi si attaccano insieme. Ciò mantiene il polmone espanso e bloccato contro la parete toracica interna e aiuta a prevenire il ri-accumulo di liquido o aria.

Perché eseguirlo?

Questa procedura aiuta la respirazione aiutando i polmoni a mantenere il loro volume massimo. Può essere utilizzato per cause cancerose e non cancerose di accumulo di aria e liquidi, come fluido canceroso, fluido infetto e polmone perforato. Nella maggior parte dei casi, un semplice drenaggio sarà un trattamento sufficiente, ma se si ripresentano frequentemente o rapidamente può essere raccomandata la pleurodesi.

Quali sono i rischi?

Il posizionamento iniziale del tubo attraverso la parete toracica può causare sanguinamento o lesioni ai polmoni o agli organi circostanti. Potrebbe verificarsi un’infezione della pelle o del liquido.

Bibliografia

1. Bloom AI, Wilson MW, et al. Pleurodesi di talco attraverso tubi percutanei di piccolo foro. Cardiovasc Intervent Radiol 1999; 22(5): 433-436.
2. Thornton RH, Miller Z, et al. Cateteri pleurici tunnelati per il trattamento del versamento pleurico maligno ricorrente dopo pleurodesi fallita. J Vasc Interv Radiol 2010; 21 (5): 696-700.